SMETTERE DI FUMARE CON LA PSICOTERAPIA BREVE STRATEGICA

Molti sono i metodi per smettere di fumare, uno di questi è la Psicoterapia Breve Strategica, attraverso una tecnica definita dialogo strategico.

Lo scopo di tale tecnica è quello di cambiare l’atteggiamento nei confronti del fumo attraverso l’utilizzo dei ragionamenti e delle parole utilizzate dal paziente in seduta. Si evita cioè di far leva sulla volontà del soggetto che risulta essere, si sa, estremamente scarsa in questi casi poiché si “combatte” con la sensazione del piacere.. Si eleva l’intervento, cioè, alla attiva ricerca del piacere supremo del fumare sigarette, seguendo la logica del “se me lo concedo, concentrandomi sulla ricerca della qualità delle sigarette che fumo, posso rinunciare alla quantità!”.

Il metodo della Psicoterapia Breve Strategica per smettere di fumare si basa sull’assunto del professor Giorgio Nardone per cui “il limite di ogni piacere è solo uno: un piacere più grande!”.

Ne consegue che, se si vuole ridurre il numero di sigarette da fumare, non ci si deve sforzare nel fumarne di meno, ma ci si dovrà concentrare alla ricerca della sigaretta più gustosa del giorno.

Tale prescrizione, consigliata attraverso l’ipnosi senza trans, durante la prima seduta, permette al terapeuta di parlare il linguaggio del paziente e sintonizzarsi per aumentarne la compliance.

Il percorso per smettere di fumare, proposto dalla Psicoterapia Breve Strategica, comprende alcune fasi:

  • la fase di apertura e la prima prescrizione del compito da eseguire;

  • la fase della correzione degli effetti della prima prescrizione o fase di controllo dei risultati;

  • la fase di consolidamento nel tempo dei risultati raggiunti;

  • la fase di chiusura dell’intervento.

In prima fase, cioè durante la prima seduta, il terapeuta pone alcune domande: fuma da tanto tempo o ha iniziato di recente? Fuma tanto o solo qualche sigaretta occasionalmente?, E’ la prima volta che ha deciso di smettere? Questi metodi si basavano sullo sforzo personale o si è fatto aiutare da altri? Ha usato farmaci o è stato da psicologi? Ha seguito il trattamento fino in fondo o ha interrotto prima? La cura ha avuto anche se per poco tempo degli effetti o non ci sono stati risultati?, L’insuccesso è dovuto a lei o al metodo?

Dopo queste prime domande il terapeuta strategico pone la seguente: lei che di piacere se ne intende davvero, se volesse aumentare il gusto delle sigarette si dovrebbe concentrare su quelle più piacevoli oppure suddividere il piacere su un numero elevato di sigarette?.

La risposta la conosciamo tutti bene!

Con questa tecnica si sposta l’attenzione del paziente dal numero delle sigarette fumate al piacere maggiore, cioè dalla quantità alla qualità. La manovra risulta efficace poiché segue la logica di funzionamento del problema che si basa sul piacere.

In seconda fase si chiedono al paziente chiarimenti rispetto ai risultati raggiunti (E’ riuscito a trovare le sigarette più gustose? Quali erano le sigarette più gustose? A quante sigarette al giorno è arrivato? Il piacere com’era? La sensazione era più di padronanza o di dipendenza?) e si mantiene la stessa prescrizione per incrementare i risultati.

In terza fase il paziente continuerà a distillare il piacere sempre più per trovare il piacere supremo.

In quarta fase si sottolineano i risultati raggiunti dal paziente e si chiude il ciclo di sedute.

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